La spettacolare caduta di Juul? Recensione del documentario Netflix.

La spettacolare caduta di Juul?  Recensione del documentario Netflix.

La fulminea ascesa e caduta di Juul, l’azienda che ha rivoluzionato il mercato delle sigarette elettroniche, è raccontata nella serie di documentari Netflix, “Big Vape: The Rise and Fall of Juul”. Questa serie in quattro parti, basata sul libro di Jamie Ducharme, evidenzia gli errori e le valutazioni errate che hanno portato al declino di Juul, una volta valutata 40 miliardi di dollari e ora inferiore al 5% di quel valore.

La nascita di un’idea rivoluzionaria

Juul nasce dalla brillante idea di James Monsees e Adam Bowen, due talentuosi studenti di Stanford. Il loro obiettivo era progettare un’alternativa sana alle sigarette tradizionali, eliminando gli effetti dannosi della combustione del tabacco. Hanno così sviluppato la Ploom, un primo modello di sigaretta elettronica poco pratica. Dopo questo fallimento, hanno lanciato Pax, un dispositivo che utilizza il tabacco da svapare, che ha avuto molto successo tra i consumatori di cannabis. Alla fine, hanno creato Juul, un elegante dispositivo soprannominato “l’iPhone delle sigarette elettroniche”. Minimalista, discreta e accompagnata da cartucce aromatizzate, offriva un’alternativa inodore e sostenibile per i fumatori.

Nobili ambizioni, ma dubbie intenzioni

Nonostante le intenzioni inizialmente nobili di Monsees e Bowen, il documentario evidenzia che Juul è stata trattata come un’azienda tecnologica piuttosto che come un’azienda sanitaria pubblica. L’obiettivo principale era realizzare vendite e profitti, a scapito della salute degli utenti. La strategia di marketing utilizzata da Juul era stranamente simile a quelle utilizzate dalle grandi aziende produttrici di tabacco tradizionali.

La svolta verso le polemiche

Dopo che Juul venne lanciato e la sua popolarità salì alle stelle, iniziarono ad emergere problemi. I dati hanno rivelato un aumento catastrofico nell’uso delle sigarette elettroniche tra gli adolescenti, con Juul come marca più popolare. I genitori e la FDA hanno denunciato questa “epidemia” di dipendenza dalla nicotina tra una nuova generazione che fino ad allora aveva evitato le sigarette tradizionali. Anche la decisione di Juul di collaborare con Altria, la società madre di Philip Morris, ha suscitato pesanti critiche.

Conseguenze gravi e visione troncata

La serie di documentari dà voce a coloro che sostengono e si oppongono a Juul. Gli utenti di Juul condividono le loro esperienze e descrivono le conseguenze mediche spesso traumatiche associate al loro utilizzo. Sfortunatamente, non vengono presentate prove o dati a sostegno dell’affermazione secondo cui Juul potrebbe salvare vite umane prevenendo il cancro causato dalle sigarette tradizionali. Le affermazioni positive di Juul appaiono quindi non verificate, mentre gli effetti dannosi sono evidenti.

Un’eredità debole e un finale amaro

In definitiva, “Big Vape: The Rise and Fall of Juul” dipinge un ritratto schiacciante di Juul e della sua recente eredità. L’azienda è stata percepita come una minaccia per la salute e la sicurezza dei bambini, provocando una vera e propria reazione pubblica e politica. Oggi Juul non può più nascondere la sua appartenenza all’industria del tabacco. Nonostante ciò, alcuni credono ancora nello svapo e nella ricerca iniziale di Monsees e Bowen, ma le prove presentate nel documentario non li supportano.

Fonte: www.thedailybeast.com

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Sylvain Métral

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