La tragica storia di Maya, la ragazzina della serie Netflix, svelata dal suo avvocato

Un ospedale è stato accusato di aver imprigionato e abusato di una ragazza e di aver accusato falsamente i suoi genitori di abusi sui minori, portando al suicidio della madre, secondo le dichiarazioni di apertura presentate giovedì alla giuria. Il caso ha guadagnato notorietà grazie a un documentario Netflix. I parenti di Beata Kowalski hanno intentato una causa da 200 milioni di dollari contro il Johns Hopkins All Children’s Hospital di St. Petersburg, in Florida, sostenendo che la negligenza del centro medico ha portato alla morte prematura della madre.
Un errore medico che ha portato al suicidio
Maya, la figlia di Jack e Beata Kowalski, che ora ha 17 anni, soffriva di forti dolori che la famiglia riteneva fossero dovuti alla sindrome dolorosa regionale complessa (CRPS), una rara condizione neurologica. Le persone con questa condizione avvertono un dolore intenso al minimo tocco. Quando Maya fu portata in ospedale, i medici sospettarono che i genitori avessero subito abusi sui minori e dissero che la madre soffriva per procura della sindrome di Münchhausen. Si tratta di una condizione in cui una persona, spesso un adulto, falsifica i sintomi di un’altra persona, spesso un bambino, a volte per attirare l’attenzione.
Ingiusta detenzione e separazione
Il processo ha rivelato che Maya è stata separata dalla sua famiglia per mesi, con i medici che accusavano falsamente i genitori di abusi e si rifiutavano di credere che la ragazza soffrisse di CRPS. “Sono stata rapita dal punto di vista medico”, ha detto Maya a People Magazine a giugno. Questa separazione alla fine ha portato al suicidio di Beata Kowalski all’inizio del 2017. Il documentario Netflix “Taking Care of Maya” ha ripercorso la storia della famiglia. Maya è tornata dalla sua famiglia una settimana dopo il suicidio di sua madre, secondo l’accusa.
I parenti della famiglia accusano i medici del Johns Hopkins All Children’s Hospital di aver saputo che Maya aveva la CRPS, ma hanno comunque toccato e coccolato la ragazza, provocandole dolore tale da contestare la diagnosi. “Maya è stata ripetutamente abusata da infermieri e assistenti sociali che hanno tentato di dimostrare che non aveva la CRPS”, ha aggiunto l’avvocato del querelante.
Le ragioni dell’ospedale
L’avvocato dell’ospedale Howard Hunter afferma che i medici hanno fatto del loro meglio per gestire un caso difficile in cui una bambina sembrava soffrire molto e i muscoli delle gambe si erano atrofizzati dopo diversi mesi su una sedia a rotelle. Secondo lui, la madre ha rifiutato ai medici di toccare sua figlia prima di somministrarle alte dosi di antidolorifici. I medici del pronto soccorso volevano verificare tutte le possibilità che Maya soffrisse di forti dolori addominali, ma secondo quanto riferito la madre ha proibito qualsiasi esame prima di somministrare la ketamina.
La famiglia chiede un risarcimento per errore medico e negligenza da parte dell’ospedale, che avrebbe falsamente accusato i genitori di abusi e causato la separazione della famiglia e la tragica morte di Beata Kowalski. Si prevede che il processo proseguirà con le testimonianze delle parti coinvolte e degli esperti medici che determineranno le responsabilità dell’ospedale in questo triste caso.
Fonte: www.nbcnews.com