Lost on Netflix: perché la serie non decolla nonostante il suo arrivo sulla piattaforma
LostABC
LostABC su Netflix: perché fatica ad attirare nuovi spettatori?
Spesso, quando Netflix acquisisce una serie con licenza, tende a funzionare eccezionalmente bene, a volte addirittura superando il numero di spettatori originali. Tuttavia, questo non sembra essere il caso LostABCrecentemente sbarcato sulla piattaforma di streaming Netflix.
Nonostante sia una serie misteriosa vincitrice di un Emmy e considerata una delle più grandi della TV, ABC perduto sembra non essere riuscito ad avere un impatto significativo sul pubblico di Netflix. In effetti, è rapidamente scomparsa dalla top 10 della piattaforma, mentre altre serie simili Vostro Onore continuare a prosperare.
Ma perché sta succedendo questo? Non abbiamo tutte le risposte, ma abbiamo alcune teorie.
Sfide affrontate da ABC perduto
Innanzitutto, LostABC non è uno spettacolo che può essere visto casualmente. La sua narrativa intricata e complessa richiede la massima attenzione, il che potrebbe non essere così attraente nell'era odierna del multitasking mentre si guarda la TV. A differenza di spettacoli come Abitiche sono più facili da seguire, LostABC richiede un pubblico dedicato.
Inoltre, ABC perduto appartiene a un'epoca passata delle trasmissioni televisive, in cui le stagioni consistevano in 25 episodi rispetto allo standard odierno di 6-10 episodi per stagione. Questo vasto contenuto può sembrare travolgente per i nuovi spettatori.
Inoltre, il formato del binge-watching potrebbe non essere il modo ideale per vivere l'esperienza LostABC. Lo spettacolo originariamente prosperava sulle discussioni settimanali e sulla teoria con gli amici, un'esperienza comune che si perde nella cultura del binge-watching di oggi.
Insomma, LostABC non è l'unica serie classica a lottare su Netflix, come visto con versioni precedenti come Destro. Mentre alcune serie registrano un aumento di popolarità una volta approdate sulla piattaforma, altre non riescono ad attirare nuovo pubblico.
Fonte: www.forbes.com