Recensione della prima della serie Black Cake: l’accattivante performance di Isaac porta un’altra dimensione a questo dramma familiare ambizioso e complesso.

Recensione della prima della serie Black Cake: l’accattivante performance di Isaac porta un’altra dimensione a questo dramma familiare ambizioso e complesso.

Famiglie complicate e storie variegate sono gli elementi chiave di Black Cake, una serie accattivante adattata dal bestseller del New York Times scritto da Charmaine Wilkerson. Con un cast impressionante guidato dalla talentuosa Mia Isaac, Black Cake è un adattamento ambizioso ed impegnativo che soddisferà i fan del romanzo originale. Tuttavia, per chi non conosce l’opera originale, potrebbe risultare difficile seguire la trama della serie.

Un dramma familiare pieno di colpi di scena e viaggi in giro per il mondo, Black Cake tenta di riempire i vuoti lasciati da rinomate serie familiari come This Is Us o Queen Sugar. Con il supporto di Oprah Winfrey come produttrice esecutiva, la serie offre elementi stilistici e una cinematografia raffinata che ricorda Queen Sugar.

Trovate la nostra analisi dettagliata dei primi tre episodi di Black Cake, ma attenzione agli spoiler!

Fin dal primo episodio incontriamo Eleanor, una donna misteriosa che sembra legata al mare, per poi catapultarci rapidamente nel mondo ospedaliero dove a Eleanor viene diagnosticato un tumore al cervello. Il ritmo della serie poi aumenta, trasportandoci un anno dopo, dove i figli adulti di Eleanor, Byron e Benny, si incontrano in un ufficio per ascoltare la lettura del suo testamento.

Nonostante questo ritmo serrato, la serie si prende anche il tempo per immergerci nella storia di Covey, una giovane ragazza che vive in Giamaica con il sogno di nuotare e una relazione complicata con suo padre Lin. I flashback e le diverse prospettive arricchiscono la trama, anche se a volte può sembrare confusa.

Mia Isaac interpreta magnificamente il ruolo di Covey, offrendo un’interpretazione ricca e complessa. Le scene attuali risultano meno accattivanti di quelle dedicate a Covey, il che sottolinea la forza di questo personaggio centrale. Tuttavia, la fluidità tra presente e passato potrebbe essere migliorata per una migliore immersione nella storia.

Lin, il padre di Covey, è un personaggio contraddittorio che oscilla tra l’amore paterno e il comportamento imperdonabile. Simon Wan apporta un vero spessore a questo personaggio che, nel corso degli episodi, si rivela molto più interessante del previsto. Sfortunatamente, non c’è abbastanza interazione tra Lin e Covey per permetterci di comprendere appieno la loro dinamica familiare.

Nonostante alcuni difetti, Black Cake offre temi forti da esplorare, come l’identità culturale, la discriminazione e le complesse relazioni familiari. Ci sarebbe piaciuto vedere questi argomenti esplorati maggiormente, soprattutto nel caso di Lin.

In conclusione, Black Cake è una serie ambiziosa e unica, che piacerà ai fan del romanzo originale. I personaggi ricchi e complessi e la trama avvincente rendono questo adattamento un’esperienza coinvolgente. Tuttavia, alcuni miglioramenti nella costruzione narrativa potrebbero consentire alla serie di sfruttare appieno il suo potenziale.

Fonte: www.tvfanatic.com

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Sylvain Métral

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