Recensione Disney+ K-drama: “A Shop for Killers”, con Lee Dong-wook, tra azione e trama confusa
Un'immersione nel mondo di “A Shop for Killers”
“A Shop for Killers” è una serie che ha sedotto molti spettatori con un'apertura stilosa, ma che ha suscitato sentimenti contrastanti una volta immersi nell'universo di questa serie trasmessa su Disney+. Con otto episodi in programma, gli spettatori si sono confrontati con numerose lacune nella logica narrativa della serie. Lontane da spunti filosofici su cui riflettere, le domande sollevate dalla serie sono più legate a difetti logici, dovuti a uno scenario più incentrato sulla messa in scena che sulla narrazione coerente.
Uno scenario ispirato a John Wick
Come il film Netflix “Kill Boksoon”, “A Shop for Killers” segue la tradizione delle storie d'azione coreane che ricordano il franchise di Hollywood “John Wick”. La serie propone una trama semplice, ma complessa nella sua struttura volta ad essere più della somma delle sue parti. Inizia dopo la morte del personaggio principale, Jin-man, per poi immergerci nei colpi di scena di un universo dove regnano armi illegali e misteri.
Una storia difficile da convincere
La trama principale della serie si svolge durante un assedio di 24 ore sulla casa e sul bunker segreto di Jin-man, per non parlare delle massicce deviazioni nei flashback per colmare le lacune della storia. Ma nonostante questo tentativo di addensare la storia, la serie fatica a convincere. I flashback di Ji-an forniscono una svolta tragica alla storia, ma le ripetizioni negli episodi successivi non riescono a infondere nuova vita alla storia. I personaggi antagonisti vengono introdotti in modo spettacolare, ma la loro assenza nel finale lascia il sapore di un lavoro in sospeso.
Qualità visiva e azione all'appuntamento
Tuttavia, nonostante i suoi difetti narrativi, “A Shop for Killers” non delude a livello visivo. Le scene d'azione, con la loro potente coreografia e la sublime messa in scena, hanno affascinato gli spettatori. Anche i piccoli momenti della serie, in particolare le interazioni tra Jin-man e Ji-an nel corso degli anni, sono elementi forti che aumentano il tono della serie in modo efficace.
Speranza in una stagione 2
Nonostante le sue imperfezioni, “A Shop for Killers” suggerisce un certo potenziale per una possibile stagione 2. C'è da sperare che la serie possa poi arricchire il suo patrimonio visivo con una narrazione più fluida e coerente.
Fonte: www.scmp.com