Star Trek: The Evolution continua con la seconda stagione di Strange New Worlds
Star Trek: Strange New Worlds reinventa la visione del futuro
Star Trek è sempre stato una rappresentazione del nostro presente. Ogni serie ha catturato l’essenza del suo tempo e l’ha riflessa nel suo futuro utopico. Mentre la serie originale era un ritratto dell’ottimismo, The Next Generation ha mostrato un futuro utopico per incoraggiare gli spettatori a desiderare di più. Poi è arrivata Enterprise, la prima serie di Star Trek post 11 settembre, che rappresentava un futuro più paranoico. Ora, Strange New Worlds si posiziona come un prequel della serie originale affrontando temi di discriminazione istituzionalizzata, disordini civili e stress post-traumatico. Ciò che rende unica questa serie è la sua capacità di reinterpretare messaggi di vecchi episodi in chiave moderna.
La lotta alla discriminazione
Nell’episodio 2 della seconda stagione di Strange New Worlds, la storia si concentra sulla discriminazione nei confronti di Una, un membro dell’equipaggio che appartiene alla razza aliena illirica. Quando l’equipaggio scopre queste informazioni, viene processata a causa delle pratiche di ingegneria genetica del suo popolo. Questa narrazione evidenzia come la discriminazione sia insidiosamente incorporata nel sistema, costringendo gli eroi a mettere in discussione i loro privilegi e comprendere le esperienze degli altri. Una prospettiva radicale che non sarebbe stata trasmessa negli anni ’60.
Questioni più oscure
Strange New Worlds non riguarda solo la discriminazione. Nell’episodio 6 della serie, intitolato “Lost in Translation”, l’equipaggio distrugge una raffineria dopo aver affrontato le proteste dei residenti locali. Questo episodio affronta chiaramente le questioni ambientali, riflettendo così le preoccupazioni del nostro tempo. Allo stesso modo, “Lift Us Where Suffering Cannot Reach” adatta il racconto di Ursula K. Le Guin, “Those Who Leave Omelas”, per evidenziare i mali del capitalismo e dell’egemonia americana. Strange New Worlds affronta quindi questioni più oscure e instabili rispetto a quelle precedentemente affrontate in Star Trek.
Il rifiuto del perdono
L’episodio 8 di questa stagione, intitolato “Under the Cloak of War”, mostra l’equipaggio dell’Enterprise che scorta un ambasciatore Klingon, Dak’Rah, che ha tradito il suo popolo ed è stato soprannominato il “Macellaio di J’Gal”. Mentre gli eroi di Star Trek sono stati spesso descritti come pacifisti disposti a perdonare i loro nemici, Strange New Worlds adotta un approccio diverso. Il dottor M’Benga, un veterano di guerra Klingon, si rifiuta di perdonare Dak’Rah, anche dopo la sua morte. L’episodio esplora così la questione se sia ancora possibile desiderare un futuro utopico in un mondo in cui la responsabilità e il perdono sembrano assenti.
La strada per un futuro migliore
Nonostante le sfide che dobbiamo affrontare, Strange New Worlds ricorda al suo pubblico di non perdere la speranza per il futuro. Nel pilot della serie, il Capitano Pike mette in guardia gli abitanti di un pianeta mostrando gli orrori della Terra del 21° secolo devastata dalla guerra. Questo duro promemoria mostra che il percorso verso un futuro migliore è ancora possibile, anche se il percorso è disseminato di insidie. Strange New Worlds ispira i suoi spettatori a sollevarsi di fronte alle sfide e credere in un futuro utopico.
Fonte: www.polygon.com